Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

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12 maggio 2019

Ai compagni presenti alla riunione del 12 maggio presso il circolo Al Bafo di Seriate (Bergamo)


Cari compagni,

ringrazio il compagno Rochy Geneletti che ci ha invitato a dare il nostro contributo all’iniziativa di oggi. Spunto della riunione è il processo d’appello contro la sentenza con cui un magistrato del Tribunale di Milano il 30 marzo dell’anno scorso ha condannato la compagna Rosalba del P.CARC titolare del sito Vigilanza Democratica che ha denunciato abusi delle Forze dell’Ordine e l’impunità che li protegge. Ma la condanna della compagna è solo un episodio della repressione che lo Stato dei capitalisti e del clero dispiega in misura crescente contro le masse popolari: dagli operai che lottano per il posto di lavoro, il salario e i diritti, a quelli che occupano case. Il maltrattamento subito recentemente dai tifosi dell’Atalanta è un caso esemplare. I lavoratori immigrati sono il bersaglio più appariscente della repressione, ma lo Stato colpisce tutte le masse popolari con aggressioni, minacce, divieti tipo DASPO di frequentare le zone bene delle città, cariche, pestaggi, fermi, arresti, multe e pene pecuniarie, prigione. Un anno fa, con il voto del 4 marzo, le masse popolari hanno aperto una breccia nel sistema politico della Repubblica Pontificia, ma quanto alla repressione le cose non sono ancora cambiate. Con il Decreto sicurezza e con il nuovo decreto che prepara, Matteo Salvini imita il suo predecessore Minniti e prosegue la linea dei governi del PD e di Forza Italia. E non è un caso. Quanto più le masse popolari rifiutano di sottostare alle imposizioni economiche, politiche e culturali della borghesia e del suo clero, al corso catastrofico delle cose, alla disoccupazione, alla distruzione e alla devastazione di edifici, infrastrutture e ambiente, al degrado e all’inquinamento, tanto più le classi dominanti, il loro Stato, le loro Forze dell’Ordine e i gruppi fiancheggiatori ricorrono alla repressione e cercano di far leva su contraddizioni interne alle masse popolari, come quelle tra immigrati e autoctoni e di mettere lavoratori contro lavoratori.

Ogni colpo della repressione fa male a chi ne è colpito. Fin che è solo, sente solo il male. Ma se guardiamo le cose meglio, chi è colpito non è solo, è uno di noi. Oggi è colpito lui, domani altri. Qui è colpito lui, là sono colpiti altri.

È possibile rivoltare contro la borghesia la repressione. Essa fin che può cerca di far credere che il sistema capitalista è un sistema di giustizia, di libertà e di eguaglianza, che è un sistema democratico e che la repressione colpisce solo i delinquenti. Denunciare la repressione serve a far conoscere alla massa della popolazione la realtà che sta dietro la maschera, a incoraggiare alla solidarietà e all’unità, a far comprendere a ogni lavoratore che non è una questione sua individuale di povero disgraziato colpito dai padroni. La solidarietà è un’arma potente: rivolta la repressione contro i padroni e fa capire a chi è solidale come va il mondo, fa capire la forza delle masse popolari.

È un punto fondamentale, da non perdere mai di vista: la repressione non è un segno della forza dei padroni, ma della loro debolezza! La repressione non possiamo evitarla. Ma dobbiamo essere contro la repressione, non temerla, combatterla e rovesciarla contro il nemico.

Quando il nemico attacca, se le masse popolari resistono, se le masse popolari organizzate contrattaccano facendo un’ampia campagna di denuncia e mobilitazione e sviluppando con energia e iniziativa le svariate forme di solidarietà, limitano lo sbandamento nelle proprie file, aggregano nuove forze. Chi lo fa, diventa punto di riferimento per tutti quelli che sono contro il corso attuale delle cose: per questo bisogna combattere e non piagnucolare!

Le elezioni del 4 marzo 2018 hanno mostrato in grande che le masse popolari non hanno più fiducia nei partiti che per quaranta anni hanno governato il paese portando avanti il “programma comune” di lacrime e sangue della borghesia: il Partito Democratico e il Partito di Berlusconi. Le elezioni europee confermeranno questo distacco profondo e irrecuperabile. Questo è favorevole allo sviluppo della lotta per instaurare un sistema dove ogni adulto ha un lavoro utile e dignitoso e ogni persona ha di che vivere dignitosamente: il socialismo.

Il governo M5S-Lega ha interrotto la continuità dei governi delle Larghe Intese PD-Berlusconi. Non ha messo fine però all’asservimento del nostro paese alla Comunità internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti e in molti campi prosegue le politiche delle Larghe Intese. Il fronte delle Forze dell’Ordine è uno di questi: non c’è stata alcuna epurazione di mandanti ed esecutori di stragi di Stato, depistaggi, abusi, pestaggi, stragi di immigrati, ecc.; non sono stati sciolti corpi e reparti selezionati e formati per torturare e uccidere secondo il modello operativo del G8 di Genova; non è stato introdotto il codice identificativo; la persecuzione degli immigrati prosegue, così come gli sgomberi degli occupanti e le cariche contro picchetti, blocchi stradali e scioperi. I ricchi si arricchiscono e i lavoratori sono oppressi.

Questo governo però è più esposto rispetto a quelli delle Larghe Intese all’azione delle masse popolari. In particolare lo è il M5S che ha fatto del cambiamento del paese la bandiera con cui ha raccolto voti. Questo fornisce maggiori appigli da sfruttare a vantaggio della lotta contro il sistema capitalista.

Un esempio: la battaglia di Ilaria Cucchi per la “verità e la giustizia” sta creando delle contraddizioni nel governo ad un livello che era impossibile con i governi delle Larghe Intese. Le contraddizioni nel governo rafforzano la lotta generale e alimentano anche le contraddizioni presenti nelle Forze dell’Ordine. Le prese di posizione del Ministro Trenta e del presidente del Consiglio Conte hanno rafforzato la battaglia e hanno messo in difficoltà i vertici dell’Arma dei Carabinieri: ora che il depistaggio è venuto fuori cercano di “recuperare il recuperabile” e parlano di presentarsi come “parte lesa”. Un esempio degli appigli che il governo M5S-Lega offre per lo sviluppo della lotta contro la repressione.

Un altro è il riconoscimento del Sindacato dei Militari da parte del Ministro Trenta. L’istituzione di questo sindacato è indicativo sia delle contraddizioni esistenti dentro le Forze Armate: non sono un “blocco unico”, lo spirito di corpo non cancella le contraddizioni di classe che anche all’interno del corpo ci sono, ad esempio tra alti graduati e soldati semplici. Tutto questo indica l’azione che possiamo approfittando di questo governo.

Anche nella lotta contro la repressione dobbiamo sfruttare con iniziativa ed energia l’esistenza del governo M5S-Lega per rafforzare la battaglia in corso, accrescere la mobilitazione e l’organizzazione delle masse popolari, elevarne la combattività e concorrere a creare organizzazioni operaie e popolari che tappa dopo tappa, battaglia dopo battaglia, si rafforzano, prendono in mano le redini del paese e istituiscono il loro governo d’emergenza: il governo di Blocco Popolare, un altro passo verso l’instaurazione del socialismo!


Non temere la repressione ma rivoltarla contro il nemico!

Osare lottare, osare vincere!


Il compagno Ulisse, segretario generale del Comitato Centrale del (n)PCI